Nell’arte di Rosalind Keith i disagi, i dubbi, le contraddizioni dell’inconscio affiorano e trovano pace nella fusione alchemica tra l’ironia e la poesia. Il suo percorso artistico risulta inusuale. Comincia con la pittura informale per poi approdare al figurativo nel 2013, anno di svolta della sua arte e della sua esistenza.
La morte della madre necessita di una rappresentazione figurativa delle proprie contraddittorie sensazioni. E così nelle sue narrazioni trovano improvvisamente spazio  ritratti e figure ambientate, spesso femminili e nei quali la maternità è elemento ricorrente.
Traslare l’essenza del proprio vissuto in istanti densi e simbolicamente significativi è per l’artista inglese motivo essenziale della sua ricerca pittorica  intessuta di un felice connubio tra il pennello e la spatola, tra il minimalismo cromatico e il vibrante perdersi nei colori della memoria.
Ben tratteggia il senso della sua arte il concetto espresso dal filosofo polacco Zygmun Bauman che a proposito della “Società liquida” da lui ipotizzata, afferma: “occorre che ognuno ritrovi la propria rotta di navigazione interiore”.
Questa è in sintesi la motivazione fondamentale del lavoro di Rosalind Keith. Perdersi nei meandri della pittura per ritrovarsi nei tratti essenziali della propria esistenza.

Roberto Borra